Nella produttivita’ il comportamento giornaliero dei dipendenti, il loro modo di lavorare e quindi, in definitiva, la loro produttività sono di importanza fondamentale per una efficace gestione aziendale.
Per studiare tali comportamenti sono stati usati nel tempo strumenti diversi, progressivamente sempre più legati alle nuove tecnologie.
Il controllo delle email, l’uso del computer aziendale, la messaggistica e le comunicazioni sociali sono stati i primi elementi controllati. Oggi si tende ad analizzare anche il comportamento fisico dei dipendenti. Quindi gli spostamenti all’interno della azienda ed anche all’esterno, se il dipendente è in servizio.
Gli spostamenti inizialmente potevano essere controllati per i possessori di cellulari con GPS, mentre attualmente si usano anche sensori , telecamere e badge con microchip radio a distanza. Il rapporto calante costo/prestazioni di tali strumenti rende possibile un loro impiego esteso. Possono infatti essere collocati in modo non invasivo nei luoghi di lavoro, uffici, ambienti soggetti a problemi di sicurezza, varchi, locali adibiti alle soste lavorative, sale macchine, e laddove sia ritenuto critico e/o indispensabile.
Occorre precisare che non si tratta di strumenti finalizzati alla sorveglianza individuale, ma all’analisi ed allo studio dei comportamenti collettivi dei dipendenti. In tale modo é possibile incentivare e quindi migliorare la produttività del lavoro nell’interesse dell’azienda con l’obiettivo di una maggiore competitività.
E’ ovvio che possono essere immaginabili risvolti o utilizzi controversi dei sistemi, e questo dovrebbe essere oggetto di accordi costruttivi e trasparenti con forze sindacali moderne e consapevoli.
La gestione aziendale sarà sempre più basata sulla valutazione di dati di qualunque tipo e non più soltanto sulla intuizione di singoli dirigenti; avendo a disposizione dati e numeri oggettivi essi potranno decidere meglio cosa far fare ai loro dipendenti e quindi guidare i loro comportamenti in azienda.
Ad esempio si è scoperto che laddove i dipendenti negli intervalli del pranzo restavano in ufficio a consultare le email personali, o consumavano il pasto da soli o conversando con un solo collega, si avevano risultati produttivi peggiori; si è provveduto in questi casi a rendere più attraenti le mense aziendali ed i luoghi di pausa, favorendo i contatti interpersonali con il più ampio numero possibile di colleghi.
In quale modo? Sostituendo i tavoli da quattro con altri, più grandi, ai quali possono sedersi anche 16 persone. Riducendo volutamente i punti di rifornimento delle bibite per creare, allungando le code, altre occasioni d’incontro. E anche qualche «coffee break» supplementare è stato volutamente introdotto con lo stesso obiettivo, solo in apparenza contrastante con le esigenze lavorative.
Si potrebbe obiettare che tutto questo renda eccessivamente invasivo il «grande fratello», e/o che una raccolta esasperata di dati analitici prelevati da sensori collocati ovunque, renderebbe inquietante o addirittura grottesca l’analisi del normale lavoro quotidiano.
Negli Usa, questo tipo di sorveglianza è legale se esercitata solo all’interno dell’azienda. E questa è la ragione per cui il capo di Yahoo (una donna) ha deciso di far rientrare in azienda i dipendenti che lavoravano da casa con il telelavoro. Ci si è accorti che da casa i dipendenti interagivano poco o nulla con il proprio ufficio e con i propri colleghi, peggiorando sensibilmente la diffusione e la conoscenza dei processi produttivi e vanificando di fatto i risparmi iniziali.
Se una vera e propria distinzione tra gli aspetti utili e quelli controversi di questa ubiquità dei controlli non è ancora stata fatta, di fatto tuttavia in molte aziende i dipendenti già hanno cambiato il modo di muoversi e di esprimersi, ritenendosi continuamente “spiati”.
Sembra però che tale tendenza sia destinata a diffondersi comunque, sia per la necessità economica di una maggiore produttività individuale, causata dalla competizione globale, sia perché possiamo essere in possesso facilmente e a costi irrisori di una enorme mole di dati.
Come si accennava prima tutto ciò rende indispensabile un sindacato moderno, preparato sui problemi tecnologici, e non legato a ideologie ormai obsolete; in gioco é il coinvolgimento personale di tutte le risorse umane nei processi produttivi, finalizzato a raggiungere la competitività globale – e quindi la sopravvivenza – delle aziende.
Per tutto questo riteniamo che gli strumenti che proponiamo per la raccolta dei tempi di lavoro deve essere effettuata per individuare esattamente i costi di produzione ed aumentare la produttività e non per il controllo delle risorse umane.
Al contrario questi dati devono essere utilizzati indirettamente per premiare i lavoratori tramite obbiettivi prefissati ma possibili unicamente conoscendo i tempi uomo, i tempi macchina e i tempi previsti con un attenta pianificazione.